Hidden gems

HOTEL PITRIZZA

Costa Smeralda, Sardegna

Testo di Sara Magro

È molto tenue il confine tra dentro e fuori. Quasi non ci si accorge di passare dai graniti rosa naturali coperti di macchia mediterranea della Costa Smeralda alle architetture immerse nei giardini del Pitrizza. E non è certo un caso. Quando lo progettò, l’architetto Luigi Vietti aveva seguito le indicazioni dell’Aga Khan «di tornare alla tradizione di una comunità insulare che è sconosciuta e ha uno straordinario folklore, arte, tradizione, costumi […]. Vogliamo prendere tutto ciò che possiamo di autenticamente sardo». Sembra scritto oggi, vero? Ma era il 1962, quando i vasti pascoli costieri della Gallura, nel nord della Sardegna, sono stati trasformati in una delle mete di vacanza più eleganti del mondo. Il principio valeva per qualunque costruzione nel tratto compreso tra Cala Razza di Giunco e l’insenatura di Poltu Quatu. 

Una overview sull'Hotel Pitrizza e sulla sua splendida costa

Così Vietti disegnò il borgo di Porto Cervo. Ma per il Pitrizza, affacciato sulla splendida baia Liscia di Vacca, estremizzò il concetto e letteralmente mimetizzò camere e ville tra le colline che arrivano fino alla spiaggia. Un albergo smontato in volumi in pietra, come gli stazzi rurali, che spariscono nel poetico paesaggio verdissimo che li ospita. Salsedine, vento e tempo hanno completato questa scultura architettonica, tutt’uno con la natura, difficile da vedere, se non sbirciando attraverso gli ostacoli oppure abitandola. Un piccolo mondo a sé, a qualche chilometro dai clamori di Porto Cervo.

Soggiorno in villa con piscina privata all'Hotel Pitrizza

Anche gli ospiti, per non perdersi, devono stabilire i propri punti di riferimento, come la rotonda vicino alla reception o il ramo più fiorito di buganvillea. Ma una volta trovato il bandolo, tutto è facilissimo e a portata di mano. Dalla camera alla spiaggia privata, bianca e morbida come farina con gli ombrelloni in paglia, c’è solo il breve tratto di un prato verde. E il mare, limpido e fresco, addirittura più bello di quello dei Caraibi, è protagonista assoluto. Si vede ovunque e in ogni momento, dalla colazione al dopocena, dai campi di tennis e padel incorniciati dalla macchia mediterranea, dalle piscine private delle ville e da quella scavata nella roccia e dipinta di blu disegnata da Vietti.

Angoli e viste dell'Hotel Pitrizza

Dentro il filo conduttore è l’artigianato sardo, le porte originali in legno intagliato, i ricami a punto a croce sulla biancheria, i colori, il profumo e il venticello che muove le tende e cambia luci ed ombre, rivelando nuovi dettagli. Non è un’esagerazione definirlo un paradiso, perché se chiudiamo gli occhi e immaginiamo la bellezza assoluta, al Pitrizza, possiamo aprirli e pensare istintivamente che sia proprio lì.

In attesa che nel 2026 diventi il primo Cheval Blanc italiano, entrando ufficialmente nel gruppo LVMH, sinonimo di lusso indiscutibile, il Pitrizza, oggi come nel 1963 quando fu inaugurato, è la destinazione meno appariscente e più autentica della Costa Smeralda.

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