Delta dell'Okavango, Botswana • di Elena Bajona, Etologa
Sentirsi ospiti della natura non è un’emozione che ci pervade facilmente. Siamo ormai abituati a mettere la natura alle porte e a viverla più da spettatori che da veri partecipi
In Botswana questo non è possibile. Appena atterri, subito inali l’odore di selvaggio. Ed è proprio lì che, più di ogni altra parte al mondo, mi sono sentita ospite della natura, inebriata dal profumo di questa terra cosi naturalmente selvaggia, così viva. Terra ospitale sì, ma dove percepisci chiaramente un cambiamento di ruoli. Per essere veramente ospiti di questa terra devi cambiare prospettiva perché, se non rispetti il luogo in cui ti trovi e la natura che ti circonda, puoi diventare un ospite non gradito.
Qui non ti senti più l’unico essere che conta sulla terra ma il tuo essere “umano” si fonde con l’essere “animale”.
Appena scendi dall’aereo e ti imbatti in un branco di leonesse con i cuccioli -come capita spesso in Botswana- dopo l’estasi del momento, inizi subito a pensare che di lì a breve sarai a cavallo per diversi giorni, in groppa ad un animale che solitamente è predato! Viene immediatamente spontaneo, quindi, mettersi in un’ottica diversa, nell’ottica di come funziona tutto l’ecosistema naturale. Prede e predatori sostengono un equilibrio dove a cascata tutta l’altra fauna selvatica può convivere in armonia. Il cavallo è una preda e cavalcarlo per diversi giorni in una terra selvaggia può sembrare una follia. E invece no, è uno dei viaggi più emozionanti per chi ama il cavallo e tutto ciò che fa parte della sua natura.
L'emozione del Delta a cavallo
Il cavallo riesce ad accendermi ogni canale percettivo e, trovarmi sulla sua schiena, mi aiuta a sintonizzarmi con lui e con madre natura. Insieme siamo uno solo e questa sensazione mi rende molto forte. Per questo attraversare le pianure del Delta dell’Okavango non mi intimoriva per niente, anzi per me era un mezzo molto naturale per vivere l’esperienza full immersion.
Durante il mio viaggio ricordo che, in un safari, passeggiando a cavallo assieme ad alcune persone nelle bellissime pianure alluvionali dorate, ricoperte da erba e papiri, incontrammo un branco di giraffe che, sospettose, ci osservavano e allo stesso tempo iniziarono a venirci incontro. Si, ci venivano incontro perché ci vedevano come un predato e non come un predatore. Il fatto di essere in groppa al cavallo ci rendeva simili a loro. Per l’odore, il movimento, il comportamento, questa è l’unicità di fare un safari a cavallo. Ti puoi avvicinare molto agli animali. Quando furono vicine iniziammo a correre con loro…a galoppare. Una sensazione meravigliosa, dove si udiva solo la natura, il suono dello scalpitio in acqua e il respiro degli animali in corsa. Improvvisamente però ci imbattemmo in un elefante solo che pisolava. Ci udì e si svegliò alquanto annoiato. Avevamo invaso il suo territorio durante la sua pennichella e questo bastò per farlo alterare. La guida con prontezza ci fece segno di fuggire e, in gruppo, galoppammo via. Le guide qui, oltre ad essere molto esperte del territorio, rispettano scrupolosamente i loro vicini ovvero ippopotami, elefanti, giraffe bufali ect..e per qualsiasi evenienza sono sempre armate.
Ho soggiornato presso l’Okavango horse Safari, uno dei migliori Camp per come viene gestito e soprattutto per la passione che i proprietari trasmettono sin dal 1986! Qui i cavalli vengono accuditi meticolosamente e tenuti in branco. Vivono in modo molto naturale e questo loro lifestyle li rende molto sereni. La notte sono raggruppati in grandi recinti e sorvegliati a turno dai ranger.
Bellissimo il rituale dell’accensione dei fuochi per la notte: grandi focolai vengono tenuti accesi per persuadere i grossi predatori dall’avvicinarsi. La notte solitamente è molto tranquilla, tranquilla per come si intende essere in Africa. Con i fuochi accesi quasi tutti gli animali notturni stanno alla larga perché, quando la palla infuocata si eclissa nella notte, iene e leoni si annunciano fragorosamente prima di prendere possesso della savana. Anche io attorno al fuoco mi sono sentita sicura e protetta al campo e ascoltare l’ode del Delta e il brontolio degli ippopotami mi ha fatto capire che questo è lo stadio supremo a cui si può aspirare.
ELENA BAJONA, ETOLOGA
Per chi ricerca un’esperienza in cui il cavallo è protagonista, Elena Bajona – etologa specializzata in equini – fondatrice di Animantia, offre la possibilità di scoprire angoli nel mondo dove vivere avventure e emozioni d’eccezionale integrità. Grazie alla sua professione e passione avete la scelta di essere accompagnati in peculiari viaggi per vivere il cavallo in ogni aspetto: visitare allevamenti e centri di addestramento d’eccellenza, vivere nei migliori ranch del grande West, respirare le storiche haciendas argentine, esplorare i luoghi più remoti al mondo dove vivono i cavalli selvaggi.
Maggiori informazioni: animantia.it
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